I nostri obiettivi

Politica, una nuova speranza

Alla luce della situazione politica italiana Direzione Europa non si riconosce in alcun partito politico. Auspichiamo la formazione di un raggruppamento che:

  • abbia  una struttura plurale, aperta ad associazioni e singoli, senza classi dirigenti predeterminate;
  • sia contro ogni populismo sia della paura che del buonismo;
  • sia aperto a tutti, raggiungibile con sedi online, anche attraverso i social media;
  • rifiuti ogni nostalgismo;
  • accetti come metodo di selezione della classe dirigente i congressi e/o le primarie;
  • sia a sincera vocazione maggioritaria;

Consci che nessun partito risponde a queste caratteristiche, cercheremo di dimostrare che la forza delle idee delle donne e degli uomini che si impegnano in questa piattaforma possono produrre cultura politica, nella totale indipendenza dai partiti.

L’Europa, un sogno concreto

L’Europa di oggi ha dei limiti, dire che non ci piace non vuol dire essere antieuropeisti. Proprio perché Direzione Europa ha a cuore l’unione dell’Europa in una grande realtà paragonabile a USA e Cina, ci poniamo come obiettivo il miglioramento dell’architettura istituzionale europea attraverso:

  • Procedimenti più democratici e trasparenti per l’elezione dei membri della Commissione;
  • Elezione diretta del Presidente della Commissione;
  • Attribuzione del potere legislativo al Parlamento europeo;
  • Politica economica e industriale comune;
  • Politica di difesa e una vera politica estera comune;

Architettura istituzionale

La “Nuova Repubblica” non può nascere da aggiustamenti fatti malamente alla Carta Costituzionale ecco perché Direzione Europa auspica una repubblica presidenziale con:

  • Elezione diretta del Presidente della Repubblica;
  • Superamento del bicameralismo perfetto;
  • Elezione diretta dei parlamentari attraverso un sistema elettorale maggioritario;
  • Revisione del ruolo delle regioni, abolizione delle provincie, accorpamento dei comuni;
  • Realizzazione delle città metropolitane superando i vecchi steccati amministrativi provinciali;
  • Revisione dell’articolo 117 con contestuale abolizione della legislazione concorrente tra Stato e regioni;
  • Commissariamento degli enti spendaccioni;

Leggi più chiare

Le leggi emanate dal legislatore devono essere:

  • Più comprensibili dal cittadino;
  • Più chiare, si deve capire il giorno in cui entrano in vigore;

Lavoro, tassazione e competitività

In Italia non si può più fare impresa. Da uno dei paesi più ricchi d’Europa siamo diventati un paese a rischio fallimento, per fare questo serve una terapia d’urto:

  • Riduzione della tassazione sia per gli imprenditori che per i dipendenti;
  • Abolizione di IRAP e IRPEF;
  • Abbassamento dell’IVA per far riprendere i consumi;
  • Nuova politica industriale a livello nazionale;
  • Supporto all’internazionalizzazione delle imprese;
  • Supporto alle start-up tramite reti di collaborazione privati-enti locali-camere di commercio;
  • Investimenti su Università e istruzione, dividendo le spese amministrative da quelle per la ricerca;

Le municipalizzate e le partecipate limitano la concorrenza e i servizi, oltre a essere improduttivi per il cittadino, sono pericolosi parcheggi per amici dei baroni della politica:

  • Cessione delle quote delle società pubbliche nei settori non strategici;
  • Piano strategico di snellimento delle società pubbliche improduttive;

L’obiettivo principale deve essere la riduzione del debito pubblico perché non c’è rilancio del nostro paese con questo debito.

Diritti

  • Riconoscimento dei diritti civili;
  • Diritto al testamento biologico;
  • Cittadinanza agli immigrati nati in Italia se i genitori sono regolarmente residenti e pagano le tasse nel territorio italiano da almeno 7 anni;

Giustizia giusta

  • Certezza della pena;
  • Sospensione definitiva e immediata di ogni retribuzione a eletti o funzionari pubblici condannati in via definitiva con obbligo di risarcimento dei danni provocati;
  • Giustizia con tempi certi e accessibile a tutti;
  • Impignorabilità della prima casa;

Dallo statuto

Art. 3 Fini e scopi

L’associazione non ha fini di lucro. E’ vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitali, durante la vita dell’associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposti dalla legge.

L’associazione si pone come scopi statutari:

  • studiare l’area europeista italiana;
  • partendo dal “senso dello Stato” contribuire a costruire un’area politica europeista, liberale e basata sulla coesione sociale;
  • favorire la nascita di una “Europa Nazione”;
  • fornire proposte politiche concrete basate sui punti b e c del presente articolo;

L’associazione assumerà tutte le iniziative che si ritengono idonee ad attuare i suoi scopi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, l’associazione potrà:

  • promuovere convegni, scuole di formazione politica, seminari, presentazioni di libri;
  • effettuare ricerche, anche in collaborazione con altre realtà associative;
  • realizzare e diffondere delle pubblicazioni;
  • conferire premi e borse di studio;

Art. 4 Rapporti con i partiti politici

Essendo una libera associazione, il “Centro Studi – Direzione Europa” non è legato ad alcun raggruppamento politico ma stabilisce utili contatti con i partiti e i parlamentari che hanno programmi e finalità convergenti con i propri scopi.