La nostra sfida

La nostra Patria sta vivendo momenti difficili, a causa della crisi sociale, economica e politica che attraversiamo ininterrottamente da più di vent’anni.

Sono a rischio le istituzioni liberali, minacciate quotidianamente da vecchi e nuovi populismi che le contrastano.

Il principio della suddivisione dei poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario) sta sopravvivendo a fatica, schiacciato da chi vorrebbe sottomettere tutti i poteri a quello esecutivo o al giudiziario.

È a rischio anche il principio della sovranità appartenente alle istituzioni dove la popolazione viene rappresentata da corpi intermedi che canalizzano le richieste e le istanze dei cittadini, trasformandole in proposte che lo Stato sia in grado di realizzare.

L’alto compito di dare un indirizzo politico è stato svolto da tutti i partiti della Prima Repubblica. La fine delle ideologie e la caduta del Muro di Berlino hanno alimentando il processo di declino dell’offerta politica culminato nella Seconda Repubblica. In questo frangente i partiti hanno preferito spogliarsi del ruolo nobile della politica, non creando più cultura e puntando solamente al facile consenso tramite promesse elettorali spesso irrealizzabili.

È mancata una proposta valida che fosse in grado di trasmettere dei sogni alla popolazione, che fosse alternativa a tutti i populismi emergenti.

Mentre la sinistra pur di arrivare al potere ha disconosciutotanti dei suoi dogmi novecenteschi, la destra italiana ha deciso di vivere di “ricordi di gioventù” senza creare proposte nuove, ha puntato alle divisioni, al nostalgismo, al vecchio. Non ha saputo sfruttarel’occasione data dalla caduta delle ideologie vecchie e logorate dalle atrocità delle dittature novecentesche.

Gli schieramenti politici sono diventati autoreferenziali, distaccandosi dalla base che pureliaveva votati, alimentando così l’odio verso la “casta” e verso la politica in generale, lasciando cadere sempre più il paese nel baratro della crisi e dell’ingovernabilità.

Perché questa premessa?

Dalle ceneri della politica, e in particolare dalle ceneri della destra, nasce Direzione Europa.

Siamo un’associazione di cultura politica nata su iniziativa di un gruppo di persone e di giovani dotate di esperienza nel mondo del lavoro, del sociale e della politica.

Direzione Europa è nata per promuovere il dibattito d’area politica, per verificare se in Italia ci sia (ancora) spazio per un’ area nazionale, popolare, liberale, conservatrice quando bisogna difendere i principi che stanno alla base della nostra società e riformatrice per tornare a guardare con fiducia al futuro.

Un’area politica che abbia a cuore il ruolo dello Stato a livello nazionale e internazionale, che abbia come stella polare la difesa della dignità dell’Italia e degli italiani di fronte a ogni forma di affievolimento del nostro amor patrio.

“Un giorno questa terra sarà bellissima.” Lo diceva Paolo Borsellino parlando della sua Sicilia. Noi siamo convinti di poterlo dire quanto parliamo dell’Italia.

Direzione Europa ha come obiettivo il riavvicinamento delle persone alla politica e alla partecipazione attiva alla gestione della Polis.

La Polis che amiamo e che deve rimettere al centro delle proprie politiche la famiglia, lo stato sociale, l’istruzione pubblica e il patriottismo in un ottica di integrazione europea.

Direzione Europa si impegnerà a collaborare con partiti, associazioni, fondazioni, e movimenti che abbiano come obiettivo la creazione di una cultura politica d’area.

Ma perché Direzione Europa?

L’Europa è la Patria dello stato sociale, dell’economia sociale di mercato e soprattutto culla delle civiltà. Valori e cultura che vedono la nostra Patria al centro di questo storico processo di integrazione.

Perché aderire a Direzione Europa?

Per contribuire al ritorno della cultura, del dibattito, della sintesi in politica; tutti elementi che dovrebbero essere fondativi ed essenza della stessa. Per contribuire a sperare in un paese diverso meno legato al potere e più sognatore.
Abbiamo nostalgia del futuro, aiutaci a costruirlo.